Recuperata la balena spiaggiata: ora va all'Università
Recuperata la balena spiaggiata: ora va all'Università
Concluse nel giro di due giorni le operazioni di recupero della balenottera spiaggiata a Platamona, il Dipartimento di Medicina Veterinaria dell'Università di Sassari va avanti. Lo scheletro – 17 metri di lunghezza per una tonnellata di peso – è stato rimosso dal sesto pettine tra sabato 13 e domenica 14 gennaio. Sul posto il Sindaco di Sorso, la ditta ingaggiata per i lavori, gli esperti dell'Università di Sassari e gli studenti e le studentesse del corso di laurea in Veterinaria, che si sono adoperati per separare gli elementi dello scheletro, con il supporto di alcuni giovanissimi del programma alternanza scuola-lavoro.
Anche lunedì mattina il gruppo "Recupero Balena" dell'Università di Sassari è tornato sulla battigia per controllare le fasi di smantellamento del cantiere e portare in dipartimento i rifiuti speciali da smaltire secondo la normativa. Oggi (17 gennaio) nella direzione dipartimentale di via Vienna, è prevista una riunione di carattere strettamente tecnico per stabilire in che modo agire su ciò che resta dello scheletro.
"Mentre è in corso di definizione la convenzione con il Comune di Sorso, andiamo avanti – dichiara il Direttore del dipartimento Eraldo Sanna Passino – Purtroppo lo scheletro non è completo, ed è per questo che chiediamo la collaborazione di tutti per ritrovare le parti mancanti: l'orbita sinistra, le mandibole, parte delle vertebre caudali, l'arto sinistro. Nell'operazione di ricostruzione, sarà importante recepire le indicazioni dell'amministrazione comunale di Sorso sulla collocazione definitiva dello scheletro, perché anche questa decisione influenzerà l'andamento dei lavori". Infatti, una sistemazione esterna richiederà l'utilizzo di sostanze che proteggano le ossa dagli agenti atmosferici, precauzione non necessaria in caso di collocazione in locali chiusi.
"Abbiamo programmato una nuova ricognizione subacquea per rintracciare le ossa mancanti, ma dobbiamo aspettare il miglioramento delle condizioni meteo perché con le acque torbide è molto più complicato – continua Marco Zedda, docente di Anatomia veterinaria all'Università di Sassari e coordinatore scientifico dei lavori- Ora bisogna decidere come sgrassare e pulire le ossa. Probabilmente ci sarà una bollitura. Poi si procederà alla catalogazione e alla ricostruzione".
Per gli studenti dell'Università di Sassari il cantiere didattico è sempre aperto: prima sulla spiaggia del sesto pettine, ora nei locali universitari, questa sarà per loro un'occasione di apprendimento unica. Il risultato finale lo apprezzeremo più avanti: per la ricostruzione completa, potrebbero volerci dai due ai quattro mesi di lavoro.